L’evento, organizzato in collaborazione tra gli Uffici per i Rapporti con l’Unione europea della Provincia autonoma di Trento e della Provincia autonoma di Bolzano insieme alla FUEN (Unione federale delle nazionalità europee), ha evidenziato molti aspetti e spunti di riflessione sull’insegnamento delle lingue minoritarie in età prescolare, sottolineandone l’importanza e la ricchezza che rappresentano per il territorio.
Contributi sul tema sono stati riportati sia da esperienze regionali riferite a ladino, cimbro e mòcheno, sia da realtà come quella catalana e basca in Spagna, della minoranza italiana in Slovenia e delle minoranze presenti nella regione del Brandeburgo, in Germania. Al centro della riflessione, l’importanza della tutela delle lingue minoritarie, con evidenziato il valore dell'apprendimento già in età prescolare oltre che a tutti i livelli educativi: un patrimonio sociale, culturale ed identitario da preservare e coltivare.
Il convegno ha anche visto la partecipazione, tra gli altri, di Patrizia Cordin, docente presso l’Università degli Studi di Trento, che ha analizzato, tra l'altro, il fenomeno del bilinguismo ed è coordinatrice di un progetto concluso nel 2006, relativo al primo archivio lessicale dei dialetti trentini. In particolare, sono stati affrontati i temi delle competenze e soprattutto di “metacompetenza”, che deriva dall'usare più lingue fin dalla nascita. È emerso il ruolo determinante del contesto familiare ed educativo, che si potenzia anche attraverso la comunità di educatori e la scuola. Una padronanza individuale di repertorio linguistico diventa in questo modo fattore di accrescimento del patrimonio sociale e culturale. Allo stesso tempo, sono state sottolineate anche le influenze di vario segno legate a questo fenomeno, come lo stato socioeconomico e l’esperienza educativa pregressa della famiglia. Diventa quindi essenziale sostenere questi processi di apprendimento all'interno delle istituzioni formative e delle famiglie.
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