Il tema principale della Conferenza internazionale di esperti FUEN del 4 e 5 marzo è stata la protezione delle minoranze nell'Unione europea, che, secondo i 40 esperti presenti alla conferenza, non è una questione scontata. Si è convenuto che la situazione in Europa si è deteriorata negli ultimi anni. Le idee dell'iniziativa "Minority SafePack" ad esempio non sono state concretizzate da una proposta legislativa della Commissione europea. Anche la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, secondo cui la minoranza russofona in Lettonia dovrebbe parlare solo una lingua nell'ambito dell’istruzione, il lettone, e non la sua lingua minoritaria, il russo, è stata sottolineata come un esempio di passo indietro nella protezione delle minoranze. Questo punto di partenza è stato colto come un'opportunità per discutere del futuro della tutela delle minoranze nell'UE.
Le critiche e le possibili soluzioni discusse sono state varie. Da un lato, la definizione ambigua del termine "minoranza" e i criteri da utilizzare per definirla. Le Nazioni Unite, ad esempio, definiscono le minoranze come minoranze linguistiche, etniche o religiose, mentre l'UE si concentra sulle minoranze nazionali. D'altra parte, sono stati discussi anche i problemi attuali della protezione delle minoranze europee. Gli esperti hanno denunciato il fatto che l'UE usi due pesi e due misure: sebbene si impegni per le minoranze al di fuori dell'Europa, non fa abbastanza per le minoranze all'interno dei suoi confini. Uno dei maggiori problemi a questo proposito è che nella maggior parte dei casi non esistono dati precisi sulle varie minoranze, nemmeno all'interno dell'UE. Questo perché in molti Stati membri i gruppi minoritari non sono specificamente inclusi nei censimenti. La dimensione dei gruppi minoritari è quindi spesso poco chiara; e questo ostacola anche la loro protezione. Perché "if it isn’t counted, it doesn’t count", secondo gli esperti. Un'altra difficoltà è rappresentata dal fatto che tutti gli accordi internazionali sulla protezione delle minoranze non sono giuridicamente vincolanti. In un momento in cui i conflitti violenti sono generalmente in aumento, gli esperti ritengono che questo sia un terreno giuridico troppo debole.
Pertanto, dopo due giorni di intense discussioni e riflessioni, sono state gettate le basi per un ulteriore scambio sul tema. Il piano prevede la stesura di un documento di posizione congiunto basato sulla discussione, che definirà le misure necessarie per una protezione rafforzata delle minoranze in Europa.