Le imprese svolgono un ruolo di primo piano nel portare avanti la duplice transizione verso un'economia sostenibile e digitale. A tal fine, le società hanno bisogno di un quadro giuridico sicuro, adatto alla crescita e adeguato a far fronte alle nuove sfide economiche e sociali in un mondo sempre più digitale.
La proposta mira ad agevolare le operazioni transfrontaliere delle imprese e ad aumentare la trasparenza e la fiducia in ambito societario garantendo che le informazioni importanti sulle società (ad esempio sulle società di persone e sui gruppi di società) siano rese pubbliche, in particolare a livello dell'UE, tramite il sistema di interconnessione dei registri delle imprese (Business Registers Interconnection System - BRIS). Anche i registri nazionali dei titolari effettivi e i registri fallimentari nell’idea della Commissione dovranno essere interconnessi. L’obiettivo sarà anche quello di ridurre il carico burocratico tramite l’uso di un certificato societario dell'UE disponibile gratuitamente in tutte le lingue dell'Unione europea. Grazie all'applicazione del principio "una tantum", tramite il quale le società non dovranno più ripresentare le informazioni quando costituiscono una succursale o una società in un altro Stato membro, la Commissione calcola che si potrà risparmiare circa 437 milioni di EUR all'anno di oneri amministrativi. La proposta contribuirà all'ulteriore digitalizzazione del mercato unico e aiuterà le imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, a operare nell'UE.
La proposta sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Viene proposto che gli Stati membri abbiano due anni di tempo per recepire la direttiva nel diritto nazionale una volta che questa sarà stata adottata.