Si è tenuto giovedì 3 ottobre presso la Rappresentanza comune della Regione europea Tirolo Alto-Adige Trentino a Bruxelles, l’incontro “Regional and Minority Languages Teaching in Pre-Scholar Age” [L’insegnamento delle lingue regionali e minoritarie in età pre-scolare].
L’incontro è nato dalla collaborazione tra gli Uffici per i Rapporti con l’Unione Europea della Provincia autonoma di Trento e della Provincia autonoma di Bolzano e FUEN (Unione Federale delle Nazionalità Europee). Sono stati molti, infatti, i contributi legati alle realtà trentina e altoatesina sul tema, come quello della comunità Ladina, ma anche Cimbra e Mòchena. Questo focus locale è stato poi affiancato dalla testimonianza di altre realtà minoritarie come quella italiana in Slovenia, quella turca in Grecia e le comunità catalana e basca in Spagna.
Durante il corso della conferenza sono stati evidenziati molti spunti di riflessione sul tema - in particolare, la ricchezza storico-culturale che le minoranze linguistiche rappresentano per il territorio e l’importanza della loro salvaguardia. All’interno dei contributi riportati, maggiore interesse è stato posto sull’apprendimento delle lingue minoritarie in età prescolare, illustrandone i benefici cognitivo-sociali che esse portano. Tali benefici includono una maggiore competenza metalinguistica e lessicale ed un miglioramento del senso di appartenenza ed inclusione. Significativa importanza è stata anche attribuita all'insegnamento e alla necessità di formazione per i docenti, così che essi possano garantire una maggiore inclusione delle lingue minoritarie all’interno del curriculum scolastico degli alunni.
L’incontro ha visto la partecipazione di Patrizia Cordin, professoressa dell’Università di Trento, e di Claudia Rubatscher, dalla Provincia autonoma di Bolzano. Da un lato, Cordin ha presentato una ricerca incentrata sul bilinguismo, sottolineandone i benefici sulle abilità cognitive come riportato da una ricerca da lei condotta. Dall’altro lato, Rubatscher ha focalizzato l’attenzione sull'educazione delle lingue minoritarie nel sistema educativo ladino, all’interno del quale si è manifestata la necessità di intendere gli educatori come esempi linguistici che formino gli studenti alla lingua regionale.